È quasi Natale!
Poche ore e la mezzanotte suonerà i suoi rintocchi e in tanti entreremo con un bimbo in braccio in chiesa e lo adageremo in una culla con un poco di paglia.
Forse ciò che è rimasto del primo Natale è solo la paglia, tutto il resto si è trasformato in riti e liturgie, regali e auguri con panettone e brindisi.
Nulla in contrario, anzi, non desidero altro che a Natale ci si possa finalmente abbracciare felici senza ‘costringere’ alcuno.
Sulle liturgie invece qualche dubbio mi rimane, ma non è di quello che desidero parlare.
Voglio innanzitutto ringraziare una stella, che poi non è una stella ma un pianeta, poco importa. Ogni mattina di questo avvento, quando il cielo lo permetteva, cioè quasi sempre, appena aprivo le imposte e mi affacciavo al nuovo giorno, fedele lei era lì, dinnanzi, nel bel mezzo dei pini che abitano davanti alla mia stanza. Ogni giorno, come un bagliore, un lampo di luce negli occhi, non invadente, solo offerto, come un invito a brillare della stessa luce.
E’ quello che da un po’ è diventata la mia vocazione mattina: illuminare ciò che sento buono, a volte con un faro, a volte con la luce fioca di una candela. Illuminare piccole cose, piccoli segni di vita, di rinascita, per poter cominciare la giornata con una carezza, una luce negli occhi, un sorriso buono.
Che nessuno si senta solo in questa notte, che il vento di oggi spazzi via ciò che non serve e il nostro cuore diventi culla di paglia capace di accogliere chi ne ha bisogno: un abbraccio caldo non manchi a nessuno e riempia come la luna di ste notti!
Dalla pagina fb di Giorgio Bonati