Laddove risiede il divino

by Nadia Abagnale

Da quanto tempo l’uomo riflette sul concetto di Dio e divinità? Ironicamente verrebbe da chiedersi se è nato prima l’uomo o Dio.

Non ho alcuna pretesa di trovare una prova della sua esistenza, lascio correre i pensieri in libertà e mi colpisce una danza fatta di rimandi, avvicinamenti e profondi distacchi tra le teorie filosofiche di Feuerbach e una vecchia leggenda Visnuista che, appesa ad un muro nella sua cornice, attirò la mia attenzione tempo fa.

Ludwig Feuerbach, tedesco. Dalle ceneri dell’idealismo hegeliano diede vita a teorie filosofiche affini al materialismo. In Essenza del Cristianesimo Feuerbach riconduce teologia e religione all’antropologia. Per il filosofo l’essere umano ha da sempre proiettato fuori da sé i propri bisogni, emozioni e desideri attribuendoli a un Dio, inventato dall’uomo stesso, per darsi spiegazioni di ciò che non può comprendere, esorcizzare ciò che non può controllare, immaginare ciò che non può essere. Eterno, onniscente e onnipotente.

Molti chilometri più a est in un tempo ormai dimenticato si tramanda una leggenda che narra di quando tutti gli uomini erano potenti divinità. A causa del loro ego smisurato abusarono della potenza divina al punto da spingere Brahma a prendere la decisione di togliere loro la scintilla divina e nasconderla dove non l’avrebbero mai potuta trovare.

Ma quale poteva essere il luogo più inaccessibile? Tutte le altre divinità si riunirono in consiglio per valutare il problema appena insorto e, dopo aver ragionato bene sulla questione, dissero: “Seppelliremo la divinità dell’uomo in fondo alla terra”. Brahma prontamente obbiettò: “No, non basta, perché l’uomo scaverà e la troverà”. Allora gli dei risposero: “Bene, allora affonderemo la sua forza nell’oceano più profondo”. Ma Brahma si oppose ancora: “No, perché prima o poi l’uomo esplorerà le profondità di ogni oceano e la riporterà in superficie”. Allora gli dei minori conclusero: “Non sappiamo dove nasconderla, perché sembra che non ci sia alcun posto sulla terra o nel mare dove l’uomo non potrebbe eventualmente raggiungerla”. Così a Brahma venne un’idea e la espose replicando: “Ecco cosa faremo con la divinità dell’uomo. La nasconderemo nelle profondità del suo stesso essere, perché non penserà mai di cercarla proprio lì”. Da allora, conclude la leggenda, l’uomo è andato su e giù per la terra, arrampicandosi, tuffandosi, esplorando e scavando, per cercare qualcosa che invece è racchiuso nel suo profondo.

Mi sembra di vedere una danza fatta di rimandi, avvicinamenti e profondi distacchi dove i secoli non contano più nulla, tantomeno la geografia e le differenze culturali. La storia diventa un susseguirsi di eventi e c’è sempre lo stesso protagonista.

Ad ognuno auguro di trovare la propria Verità. Ad ognuno auguro una buona Ricerca.

 

Leggi anche Di quanta terra ha bisogno un uomo?

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